giovedì 7 settembre 2017

Pinturicchio, il Cammino della Virtù (o Colle della Sapienza), 1505, tarsia pavimentale, Siena, Duomo. di Gennaro Natale

La tarsia racconta visivamente in cosa consiste questo cammino iniziatico di conoscenza.
La scena è ripartita su fondi di colore diverso: il bianco (il sentiero), il grigio (mare tempestoso), il nero (terra) il rosso (il colle della Sapienza).
La scena è dominata da un colle, in alto, al quale si accede attraverso un sentiero pericoloso con sassi, radici, animali, serpenti, una tartaruga.
Al centro della tarsia, in alto, Sophia (La Sapienza), che rappresenta la massima virtù raggiungibile dall'uomo. Il messaggio allegorico è racchiuso nel cartiglio sopra la Sapienza: la strada per giungere alla virtù è faticosa, ma chi persevera sarà premiato.
Infatti c’è scritto:
Huc properate viri: salebrosum scandite montem Pulchra laboris erunt premia palma quies.
Quale sarà la ricompensa al saggio che raggiungerà la vetta? La ricompensa sarà la palma della serenità, che infatti la Sapienza dona al personaggio alla sua destra, che è Socrate.
Al personaggio alla sua sinistra, Cratete, consegna un libro chiuso. Mentre Socrate (che tiene nella mano destra anch'egli un libro chiuso) è nell'atto di ricevere la palma, Cratete è nell'atto di riversare verso il basso (sopra la vela che ricopre il capo della Fortuna o l'Occasione, simbolo di mutevolezza e incostanza. Infatti è rappresentata con un piede su una sfera e l'altro su un barca, entrambi simboli di instabilità) un canestro pieno di oggetti preziosi (catene d’oro, bracciali, spille, anelli), le ricchezze terrene, un bagaglio ormai inutile per l'uomo virtuoso.
Sul sentiero vediamo rappresentati diversi animali tra cui una tartaruga e diversi serpenti.
La tartaruga è associata alle virtù della perseveranza e della prudenza.
I serpenti rappresentano invece gli ostacoli da superare lungo il cammino.

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