sabato 16 settembre 2017

CENNI SULLA CAPPELLA SAN SEVERO - Parte VI di Gennaro Natale








Veniamo alle ultime quattro statue (per un totale di dodici come i segni dello zodiaco e le colonne delimitanti il Tempio Massonico) quelle della "Pudicizia" (Antonio Corradini 1752), del "Disinganno" (Francesco Queirolo 1753-1754) e dei due "Angeli" uno detto "L'Angelo Orante" e l'altro l' "Angelo della Morte" (entrambi di Paolo Persico 1760 ca.).
La statua della "Pudicizia" rappresentata da una donna velata simboleggia la Scienza Iniziatica, una sorte di Iside velata (Plutarco diceva che la sedia di Iside a Sais aveva questa iscrizione: "Io sono tutto ciò che è stato, è, e sarà e nessun mortale ha mai sollevato la mia veste", un inno a Iside che esprime la stessa idea del velo della natura che nasconde verità misteriose agli occhi umani.).
Scienza che il neofita introdotto nel Tempio, dovrà svelare e fare sua e che viene offerta e data dall'Oratore. Il velo, la veste, simboleggia la forma continuamente mutevole della natura, la cui bellezza vela ai nostri occhi lo spirito.
Le rose sono simbolo di conoscenza e amore: la rosa simbolo di completezza, raggiungimento totale del fine, di transizione o passaggio necessario al raggiungimento della perfezione finale; infatti nella Divina Commedia, Dante giunge al Paradiso attraverso una "Rosa Mistica", e Lucio, protagonista dell'Asino d'Oro di Apuleio, si libera dalla forma di bestia mangiando delle rose appartenenti ad una corona dedicata a Iside, dea rivivificatrice. Rappresenta anche il principio femminile e quindi, anche per la sua posizione, corrispondente a quella nel Tempio, la Luna.
Il monumento è dedicato da Raimondo di Sangro alla memoria della “incomparabile madre”, Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona, morta il 26 dicembre 1710, quando Raimondo non aveva ancora compiuto un anno.Lo sguardo perso nel tempo, l’albero della vita, la lapide spezzata sono i simboli di un’esistenza troncata troppo presto e palesano il dolore del figlio Raimondo, che volle così tramandare fattezze e virtù della giovane madre. Al tema vita/morte fa esplicito riferimento anche il bassorilievo sul basamento, con l’episodio evangelico del Noli me tangere, in cui Cristo appare alla Maddalena in veste d’ortolano.
La statua del “Disinganno” (Francesco Queirolo, 1753-54), rappresenta l’uomo che per mezzo della scienza iniziatica si libera dalla materialità nascendo a nuova vita. Nel simbolismo massonico la statua rappresenta l’Iniziato al grado di Apprendista subito dopo la sua iniziazione: infatti in quel momento cade la benda dagli occhi e il neofita, fino ad allora cieco alla verità, vede la luce, in analogia al miracolo del cieco raffigurato nel bassorilievo della statua stessa. Al nuovo Apprendista viene richiesto di servirsi del suo intelletto e di tutte le sue forze per liberarsi dalla materialità che lo avvolge (il genio alato che aiuta l’uomo a liberarsi dalla rete) e nascere a nuova vita, come la farfalla che abbandona il bozzolo (la rete). E’ la lotta per liberare l’Io cosciente dalla stretta mortale dell’inconscio.
L’Iniziato deve studiare per progredire poiché, come dice la parola, egli è solo iniziato, sta a lui avanzare sul difficile sentiero dell’Iniziazione per divenire Compagno ed infine Maestro. Infatti nella statua ci sono dei libri, alcuni chiusi, uno solo aperto, la Bibbia, il libro della legge sul quale l’Apprendista presta il giuramento rituale. I libri chiusi significano anche che non tutto viene svelato all’Apprendista, ma tutto gli è mostrato, sta alla sua sensibilità e alla sua intelligenza penetrare i simboli (aprire i libri e leggerli).
Rappresenta anche il principio maschile e quindi, anche per la sua posizione, corrispondente a quella nel Tempio, il Sole.
Infine ai lati dell'altare maggiore si trovano gli Angeli, quello detto Angelo orante si sovrappone nella posizione del Tempio Massonico all'Oratore, mentre l'altro che regge una penna e una pergamena simboleggia il Segretario, che nel tempio occupa la medesima posizione.

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