sabato 9 settembre 2017

CENNI SULLA CAPPELLA SAN SEVERO - Parte V di Gennaro Natale


Ulteriore prova per il neofita, dopo aver brancolato nel buio dell'ignoranza, cerca di discernere le cause dei suoi errori e così torna suoi suoi passi, ma procede con prudenza, come il vecchio rappresentato nella statua "Lo Zelo della religione" (di Fortunato Onelli, Francesco Celebrano e altri, 1767), che regge una lampada e un flagello, mentre un putto è intento a dare fuoco ai libri dell'eresia. L'ovale inserito nella statua è dedicato a Ippolita del Carretto e Adriana Carafa della Spina, mogli del fondatore della Cappella Giovan Francesco di Sangro. La fervente devozione delle due donne è esaltata da questo complesso gruppo scultoreo, in cui spicca la figura di un vegliardo che porta in una mano la luce della Verità e nell’altra una sferza per punire il sacrilegio, mentre con il piede calpesta un libro da cui fuoriescono le serpi dell’eresia. Un putto con una fiaccola completa l’opera di distruzione dei testi eretici, altri due puttini sorreggono il medaglione con i profili delle due ave. Da notarsi, infine, che anche negli statuti massonici settecenteschi era formalmente prescritto il più “sincero e inviolabile zelo per la religione”.
In questa composizione è rappresentato il cammino che l'Apprendista deve compiere, rischiarandosi con la lampada della sua intelligenza, alla ricerca della verità; il putto rappresenta la coscienza che distrugge con il fuoco purificatore i libri dei dogmi, dai quali il libero pensatore si deve liberare se vuole continuare il cammino sul sentiero iniziatico. Per rendere all'iniziando la sua sicurezza gli si fa subire la purificazione dell'Acqua (Tarocchi, arcano n.9, L'Eremita, corrispondente sul piano astrologico a Nettuno e nel mondo fisico all'acqua).
Un'ultima prova deve essere affrontata: quella del Fuoco.
L'iniziando deve dimostrare di saper rimanere nel regno delle fiamme, cioè delle passioni che lo circondano, senza esserne bruciato, pur permettendo che il calore di esse possa penetrarlo.
Questa è una dimostrazione di forza esemplificata dal soldato che ha incatenato il leone della statua del "Dominio di Se Stesso" (Francesco Queirolo, dis. - Francesco Celebrano sculp. - 1767): il leone vinto rappresenta il trionfo dello spirito sulla materia (esattamente la stessa rappresentazione del leone nel bestiario medievale) e la sottomissione della forza all'intelligenza (l'azione simbolica dell'incatenare il leone costituisce una delle fasi del processo alchemico, necessario per giungere alla Grande Opera).
È la memoria di Geronima Loffredo, nonna paterna di Raimondo di Sangro, a essere onorata da questo monumento funebre.

Nessun commento:

Posta un commento