martedì 25 ottobre 2016

In Edizione Limitata Per l'evento di Spilimbergo i bicchieri del Clan Sinclair


In occasione del prossimo evento del Clan Sinclair Italia che si svolgerà il 5 Novembre a Spilimbergo per festeggiare la presentazione congiunta del secondo libro del Vice Presidente Massimo Agostini, in attesa che il terzo venga dato alle stampe, libro che ha inaugurato la collana Sinclair delle Edizioni Tipheret; e del primo del Presidente Tiziano Busca  sono stati creati i bicchieri personalizzati del Clan Sinclair Italia.

Si tratta di una edizione limitata, di ogni tipo ne sono stati realizzati pochi esemplari di Bormioli con serigrafia al laser, quindi indelebile. 
                                                                                                                                                         
Chi volesse ulteriori informazioni può scrivere alla seguente email: clansinclairitalia@hotmail.com

Vi aspettiamo a Spilimbergo, ricordandovi di contattare Daniele Franceschi, l'organizzatore, per l'eventuale pernottamento e la cena; in allegato troverete la locandina con tutte le informazioni, intanto rispolveriamo il programma:

sabato mattina, per i ristretti del clan, ho prenotato la visita alle ore 11:00 alla casa di  Antonio Andreuzzi ,a Navarons,  paesino non molto lontano da Spilimbergo  , il  fratello e patriota italiano che nel 1864 , aiutato da tutto il paese cercò di insorgere contro gli Austriaci, che a sessantadue anni partecipo alla terza guerra di indipendenza in qualità di capitano , al seguito di Garibaldi.
seconda tappa della breve scampagnata ,  tramonti di sopra, dove c'è una casa abbandonata detta il castello , tanto che pure la via dove si trova porta questo nome, per vedere i simboli massonici della sua facciata.

ricordo che la cena ha il costo di € 35 e va prenotata quanto prima a me, cell 3389160153
il ristorante non è molto grande è può al max tenere 50 posti, quindi chi volesse essere sicuro di poter partecipare alla cena a seguire , deve chiamare quanto prima.

Grazie a tutti e vi aspetto, Daniele Franceschi





Per chi se la fosse persa ecco l'audio integrale della gita del Clan Italia all'Abbazia di Morimondo



Grazie a Matteo Bernecoli, Socio della sezione lombarda del Clan, la registrazione completa della visita all'Abbazia di Morimondo che si è svolta lo scorso 8 Ottobre.

https://soundcloud.com/user-651630096/sets/morimondo

giovedì 20 ottobre 2016

Le capitali dell'Italia verso l'Europa: online la registrazione integrale del convegno del Rito di York a Genova

«Le capitali dell'Italia verso l'Europa» è il titolo del convegno organizzato dal Rito di York, nell'ambito di una serie di iniziative dal titolo significativo: 1717-2017, trecento anni di libero pensiero. Come la Massoneria, oggi, riesce a declinare nel mondo la sua storia e la sua tradizione? Questa è la domanda a cui hanno tentato e tenteranno di rispondere studiosi di varia estrazione e formazione. Nello specifico, a Genova, si è parlato di identità, di possibilità mancate, in un'Europa che è nata da un sogno e che si è trovata stritolata dal Mercato, dall'interesse economico-finanziario. Vi proponiamo integralmente la registrazione.

Giuseppe Sciortino 
Giornalista:

Presidente del Collegio dei Maestri Venerabili della Liguria

mercoledì 12 ottobre 2016

IL PRESIDENTE TIZIANO BUSCA ALLA TORRE DELLA METOLA LUGLIO 2016

Questo è sicuramente un luogo che trasmette molta energia, una energia che avvertiamo e che ci inonda, e che magari adesso sentiamo poco a causa della lunga camminata; ovviamente sto scherzando.

Prima di tutto ci tengo a ringraziare il Sindaco di Mercatello e di Borgo Pace, ma sopratutto ringrazio Corrado perché ben dieci anni fa facemmo una manifestazione su Santinelli a Sant'Angelo in Vado, io immaginavo che il Santinelli per Sant'Angelo in Vado fosse un po come Rossini per Pesaro nel senso che rappresenta sicuramente una pietra fondamentale in tutto quello che è stato il percorso di una ricerca alchemica che nasce in questo territorio attraverso un altro grande uomo che era Ubaldini della Carda; nasce qui perché è un territorio straordinario in quanto partecipa di quella straordinarietà che credo abbiamo avuto modo di sperimentare noi oggi pomeriggio, con una grande semplicità e con tutta la passione che si può vivere andando alla scoperta di qualcosa noi abbiamo raccolto nelle pietre della Torre della Medola un pezzo della nostra storia che è un pezzo della storia dell'Uomo, un Uomo diverso quello di allora rispetto a quello che conosciamo oggi, ma un uomo che aveva dentro di se, come l'Uomo attuale, tante ricchezze ed una in particolare che noi oggi lasciamo con una attenzione a volte critica, perché l'Uomo che piace oggi è quello decisionista, quello che ha sicurezze, quello che non ha mai di fronte a se una piccola indecisione, ma in verità l'Uomo più vivo e più vero è l'uomo del dubbio.

L'Uomo del dubbio è colui che non ha mai certezze perché quando una certezza la trova ha comunque sempre il dubbio di ricercare ancora la sua verità. In questo territorio le testimonianze di questo elemento, tipico di una grande cultura e di una grande conoscenza, non è sostanziato soltanto da un punto di vista visivo e guardandoci intorno credo che tutti noi abbiamo dentro il dubbio di quanto siamo piccoli e di quanto poco raccogliamo di queste bellezze che vediamo, ma sopratutto dobbiamo avere la consapevolezza, girando gli occhi ed ammirando il mondo che ci sta circondando in questo momento, che in questo territorio è passato quello che noi oggi rappresentiamo; e quella ricchezza noi dobbiamo continuare a testimoniarla.

Una bellezza che forse si è preservata proprio grazie a questa saggezza che arriva da lontano, ma penso che sia arrivato anche il tempo che questa testimonianza produca nuove energie, nuove capacità, nuove opportunità a coloro che in questo territorio vivono e che ci consentono di goderlo e sopratutto di continuare a preservarlo. Quindi attraversando la storia credo che di qui sia passato tutto ciò che di più lontano possa esistere e quello che era talmente lontano si è intrecciato.

Io sono Presidente di una Associazione Culturale che si chiama Clan Sinclair Italia, ed è un'Associazione che deriva dal Clan Sinclair Scozzese, mi fa molto strano essere qui oggi pomeriggio e non certo perché non desideravo esserci, ma perché guardando i documenti, gli Stuart sono stati in questo territorio, hanno vissuto ad Urbino, i Martinozzi hanno una testimonianza, la madre fanese e la figlia Maria Stuarda, John Dee che ha viaggiato dentro i Torricini, l'unicità della Rocca di Sassocorvaro, che fa pendant con il Santinelli, questo uomo che dialogava con Raimondo di Sangro il Principe di San Severo di Napoli e con Pietro il Gobbo di Noto, ed immaginate che a quei tempi le poste erano governate con i cavalli e sicuramente non c'era internet; però questi territori e queste intelligenze si sono sostanziate qui e quindi credo che il progetto a cui tendono le amministrazioni ovvero quello di ripristinare un filo conduttore di un area estremamente importante è sicuramente la chiave per osservare con un'attenzione diversa le energie che sono presenti oggi e che sono i giovani. E credo che abbiamo il dovere morale di custodire questa testimonianza e questa ricchezza che ci torna dal passato per poter consegnare proprio ai giovani un progetto, una pietra su cui loro possono scalfire il loro progetto futuro tentando sicuramente di rendere più ricco quello che noi gli stiamo consegnando.

Per questo motivo ringrazio ancora per questa occasione che mi è stata concessa e mi impegnerò in prima persona a cercare di investire, con le possibilità che mi saranno consentite, in questo territorio ricco, come abbiamo visto, di bellezza, storia e tradizione.

La sezione Lombarda a Morimondo di Douglas Swannie




Cari Soci,
L'evento a Morimondo è stato un successo! 
Vi allego la relazione con un paio di foto, fatte da Laura. La nostra guida era strepitosa con una conoscenza di esoterismo cristiano che ha stupito tutti, e sì che i partecipanti erano con un orecchio "allenato" a questi temi.
Un fraterno abbraccio
Douglas Swannie responsabile della sezione Lombarda del Clan Sinclair Italia


La sezione lombarda del Clan Sinclair Italia, nell’ambito delle sue attività culturali, ha promosso, l’8 ottobre 2016, una gita di studio all’Abbazia cistercense di Morimondo, in provincia di Milano, grazie alla collaborazione dei soci Douglas Swannie e Fausto Casiraghi, e che ha visto la partecipazione di circa 50 soci e simpatizzanti del Clan.



L’Abbazia di Morimondo, nome che significa “morire al mondo”, cioè "vivere da risorti", venne fondata nel 1134 da monaci provenienti dal monastero cistercense di Morimond in Francia, che provvidero alla costruzione dell’attuale chiesa nel 1182. L’Abbazia conobbe nel XII e XIII secolo una fiorente attività di trascrizione di testi nello scriptorium, dove lavoravano 50 monaci coristi, mentre le attività esterne, che comprendevano un terreno agricolo di ben 3.200 ettari con grange e mulini, erano seguite da 200 monaci conversi. Purtroppo la posizione strategica dell’Abbazia, al confine tra Pavia e Milano, la espose a diversi saccheggi, tra cui si ricordano quello delle truppe di Federico Barbarossa nel 1161 e quello devastante nel 1237 da parte delle truppe pavesi, che distrussero il cenobio e uccisero molti monaci.

La rinascita spirituale dell’Abbazia avvenne solo alla fine del XV secolo, grazie al cardinale Giovanni de' Medici, futuro papa Leone X, che si adoperò a inviare a Morimondo sei monaci cistercensi provenienti dall'abbazia di Settimo Fiorentino per riportare la regolarità della vita monastica. Questi monaci commissionarono diverse opere d’arte, come la ricostruzione del chiostro intorno all’anno 1500, il rifacimento del portale della sacrestia, l'affresco della "Madonna col Bambino" attribuito alla scuola di Bernardino

Elementi protocristiani e gnostici nei segni massonici: il segno di riconoscimento di Apprendista di Domenico Fragata

Il linguaggio dei simboli si presta a svariate interpretazioni, più ampia e profonda è la nostra visione e più vasto sarà il panorama di significati possibili da cogliere. In questo lavoro mi sono dedicato allo studio del segno di riconoscimento di apprendista che, nella sua semplicità , cela e rivela numerosi significati occulti che coinvolgono diversi aspetti della tradizione massonica.  Il segno di riconoscimento non è di certo un banale saluto bensì un simbolo che identifica un gruppo di persone che dovrebbero riconoscersi nel medesimo orizzonte di valori ed ideali.

La Squadra

“Mi sforzerò di vivere con amore e sollecitudine sulla livella per mezzo della squadra”… Incisione ritrovata su una squadra di rame del 1517

Il simbolo massonico sul quale si struttura il significato del segno d’apprendista è la squadra, in latino definita norma che significa regola, modello o esempio.
Il termine stesso trae la sua origine dal tardo latino exquadrare che significa squadrare, rendere quadrato. Nel simbolismo cosmologico la squadra designa lo spazio terrestre, la materia che, a livello numerologico, corrisponde al  numero 4, sintesi ordinata degli elementi Fuoco, Terra, Aria e Acqua. La squadra è lo strumento che verifica l’operato del maglietto e dello scalpello, deve consentire all’apprendista di controllare se la sua pietra interiore sta divenendo effettivamente cubica e perfetta.  Secondo il manoscritto Graham la scienza di Dio si riassume nella squadra, mentre il manoscritto Dumfries indica che la massoneria è un opera di squadra; il che viene realizzato dall’apprendista in modo gestuale. Ogni gesto rimanda dunque al continuo sforzo che il massone deve fare per giungere agli ideali di integrità e rettitudine.

Motivazioni Simbolico Iniziatiche

Il segno di riconoscimento nel cerimoniale è descritto nel seguente modo:
«Stando all’ordine ritirare la mano destra orizzontalmente dalla gola verso la spalla destra, lasciandola poi cadere verticalmente lungo la gamba, in tal modo nel suo movimento si disegna una squadra».
Questi movimenti oltre a disegnare una squadra rappresentano anche una decapitazione.
La prima volta che osservai questo segno non potei fare a meno di chiedermi quale fosse il nesso fra il simbolo della decapitazione e la Massoneria.
Certamente una prima spiegazione la si può trovare nel rituale d’iniziazione nel quale il massone giura: «Preferirei farmi tagliare la gola piuttosto che rivelare i segreti che mi sono stati confidati». 
Nonostante questa argomentazione continuarono a sussistere in me numerosi interrogativi che mi portarono ad un’intuizione e, di conseguenza, ad un’altra domanda: qual è il legame tra la Massoneria e Giovanni Battista (che fra tutti è il decapitato più illustre)?
Dati gli innegabili riferimenti al Battista nella libera muratoria ho deciso di approfondire l’argomento per comprendere quali fossero i rapporti fra il segno di riconoscimento e questa eminente figura del proto-Cristianesimo.
Nel libro “Simbolica Massonica” di Irene Mainguy viene citato un passaggio che recita:

Domanda – A chi è dedicata la vostra Loggia e perché la chiamate Loggia di San Giovanni?
Risposta – È dedicata a San Giovanni e la chiamiamo così perché questo santo fu il primo a praticare la virtù e la carità, e a mostrarci la vera Luce.

Nel rituale è evidente che la richiesta del profano di entrare a far parte della loggia è strettamente legata al simbolo della Luce. Dopo che l’esperto ha bussato alla porta del tempio, molteplici volte e con vigore, il copritore apre la porta e, dopo averla richiusa, si avvicina al primo sorvegliante riferendogli:

«È un profano che chiede la Luce».

Di certo non è un caso che la massoneria celebra nel solstizio d’estate, zenit di massima luce, Giovanni Battista.
Il profano che desidera essere ammesso alla libera muratoria, chiedendo la Luce, viene iniziato sotto la protezione del “santo Iniziatore” che simboleggia lo splendore della Luce.
Tramite questi semplici collegamenti risulta evidente la centralità e l’importanza della figura del Battista nel panorama simbolico della massoneria.

Il contesto storico

In quel tempo il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. 2 Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui». Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. 4 Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla!». 5 Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta. Mt 14
 Studiando la storia e l’origine della massoneria non possiamo non addentrarci nelle vicende dell’ordine templare. Dati gli innegabili legami fra i due ordini credo sia necessario chiedersi che rapporto c’è, o c’è stato, fra la figura di Giovanni Battista e i Cavalieri del Tempio.
La storia narra che Ugo di Payns fondò, insieme ad altri otto cavalieri, l’ordine informale dei Poveri Cavalieri del Cristo e del Tempio di Salomone che venne accolto in terra santa sotto la protezione di re Baldovino secondo. Il re sistemò i nove cavalieri presso l’ala orientale del suo palazzo che confinava con le rovine del tempio di Salomone fatto costruire da Erode.
Secondo lo storico francese Gaetan Delaforge: La missione reale dei cavalieri consisteva nel fare ricerche in quell’area, onde riportare alla luce certi resti e manoscritti che serbavano racchiusa l’essenza delle arcane tradizioni del giudaismo e dell’antico Egitto, alcuni risalenti all’epoca di Mosè.
 Al momento, comunque, l’unico dato certo sui rotoli è che uno di questi contiene un diagramma con dei simboli che riportano specificatamente alla misteriosa eresia Giovannita, una corrente di pensiero gnostica per mezzo della quale i Templari potrebbero essere stati iniziati in Terra Santa. Secondo alcuni studiosi il popolo ebraico attendeva due Messia, o Prescelti, che i protocristiani identificarono nelle figure di Giovanni, il Messia Sacerdote, e Gesù, il Re Messia incarnato. In «Iside Svelata», Madame Blavatsky  rivela: «Loro [i Cavalieri Templari] all’inizio erano i veri Cavalieri di Giovanni il Battista, che piangeva nel deserto e viveva di miele selvatico e locuste». Il cabalista Eliphas Levi, nel libro «Storia della Magia» spiega: «I Templari avevano due dottrine: una era celata e riservata ai leader, essendo quella del Giovannismo, l’altra era pubblica, essendo la dottrina cattolica romana. Solo i capi conoscevano lo scopo dell’Ordine che i subalterni seguivano senza diffidare».  Così, Levi confermò l’affiliazione dei Templari con i Giovanniti gnostici ma andò un passo avanti indicando che erano principalmente i Gran Maestri e i capi dell’Ordine ad essere consapevoli delle attività eretiche dei Cavalieri. Questa nozione è stata corroborata dalle trascrizioni compilate dal Concilio Papale durante la caccia ai Templari mostrando che i capi dell’ordine dei Cavalieri Templari, quando erano interrogati circa uno dei loro più importanti riti Giovanniti, quello dell’adorazione della testa di un idolo chiamata Baphomet, ne erano a conoscenza. Il custode della testa era, all’epoca, Hughes de Peraud, il secondo in comando sotto il Gran Maestro Templare Jacques de Molay, che portò segretamente la testa da una comunità templare all’altra ogni qualvolta c’era un’iniziazione o una cerimonia per cui era richiesta la sua presenza. Secondo alcuni studiosi il Baphomet dei Templari era la testa decapitata di Giovanni il Battista; il “Messia” della tradizione Giovannea. Ma cos’era in realtà il Baphomet? È possibile avere una chiara indicazione del significato reale di questa parola traducendola in codice Atbash. Usando questo metodo, semplice e largamente praticato dall’esegesi ebraica, la parola baphomet può essere tradotta con Sophia. Anche considerando solo questo breve spunto di riflessione è possibile scorgere la matrice gnostica della ritualità templare conservatasi negli alti gradi dei riti massonici. Quasi sicuramente le derivazioni gnostiche del culto giovannita, praticato dai templari, confluirono in massoneria  e ne strutturarono a tal punto la ritualità e la gestualità da generare un segno di riconoscimento che ne facesse esplicito riferimento. 

Evento Clan Italia a Spilimbergo 5 Novembre 2016 info


Il nostro Socio Daniele Franceschi ci fornisce informazioni utili circa l'evento da lui organizzato a Spilimbergo vi giro quanto mi ha scritto:

sabato mattina, per i ristretti del clan, ho prenotato la visita alle ore 11:00 alla casa di  Antonio Andreuzzi ,a Navarons,  paesino non molto lontano da Spilimbergo  , il  fratello e patriota italiano che nel 1864 , aiutato da tutto il paese cercò di insorgere contro gli Austriaci, che a sessantadue anni partecipo alla terza guerra di indipendenza in qualità di capitano , al seguito di Garibaldi.
seconda tappa della breve scampagnata ,  tramonti di sopra, dove c'è una casa abbandonata detta il castello , tanto che pure la via dove si trova porta questo nome, per vedere i simboli massonici della sua facciata.

ricordo che la cena ha il costo di € 35 e va prenotata quanto prima a me, cell 3389160153
il ristorante non è molto grande è può al max tenere 50 posti, quindi chi volesse essere sicuro di poter partecipare alla cena a seguire , deve chiamare quanto prima.

Grazie a tutti e vi aspetto, Daniele Franceschi

martedì 11 ottobre 2016

Intervista con Mauro Cascio, autore del libro "Umberto Eco e la Massoneria" (Tipheret)

https://www.radioradicale.it/scheda/488195/intervista-con-mauro-cascio-autore-del-libro-umberto-eco-e-la-massoneria-tipheret

Umberto Eco e la Massoneria di Mauro Cascio

Ci siamo. Ecco un nuovo libro che nasce, cresce e che vivrà insieme a noi. Per dimostrare una cosa semplice, all’apparenza, ma che semplice in realtà non è: che la Massoneria non è quel luogo infame dove si concepisce ogni complotto, inclusi detersivi, scie chimiche, vaccini, o dove si custodisce la realtà dei cerchi nel grano. La Massoneria è, da secoli, la chiesa della Filosofia, senza dogmi, senza assolutismi e senza padroni. «Solo che se lo dico io nessuno mi dà retta», dice Mauro Cascio. «Ma forse scomodando Umberto Eco…».
Ecco il perché di «Umberto Eco e la Massoneria», l’ultimo lavoro del filosofo pontino pubblicato da Tipheret (Catania) nella Collana di De Lantaarn, il capitolo di studio del Rito di York. «La passione di essere nel mondo. Questa è la Massoneria. Con la voglia di interrogarlo, di rubargli il segreto del suo senso e di stupirsi. Questo fanno i ‘muratori’, oggi, e lo fanno insieme: costruiscono edifici di comprensione e questo si chiama, a rigore, ‘Spirito’. Umberto Eco non ne ha fatto parte, è stato sempre in un angolo, a raccontare, a criticare, a studiare. E restituire la sua voce è un contributo prezioso, significa fare i conti con se stessi, anche a sporcarsi, anche a farsi male. Ma sono rischi che ogni operaio del pensiero ha già messo in conto». Se e quando la Massoneria sbaglia è giusto che si intervenga, ma, se si parla di nomi, è giusto citare anche quelli di Fichte, di Schelling, di Hegel, di Goethe, di Lessing, di Mozart. E in Italia Pascoli e Carducci. Altezze dello spirito che forse con Mafia e affini avevano poco a che fare.
Mauro Cascio, ha curato in italiano l’opera omnia di Martinez de Pasqually e di Jean-Baptiste Willermoz, ha proposto le prime edizioni di classici di Louis-Claude de Saint-Martin, Constant Chevillon, Jean Bricaud, Oswald Wirth e ha scritto numerosi libri, anche dedicati alla Massoneria. L’ultimo sull’argomento è «Filosofia Massonica», con una introduzione di Alessandro Cecchi Paone.

Elementi costitutivi della ricerca Massonica di Pietro Alacchi



La parola Massoneria proviene dal latino “Macio Macionis”. Il suo significato è edificatore, costruttore. Nel tardo Medio Evo, con tale termine si identificavano i costruttori di cattedrali cristiane. I massoni sono i discendenti di questi costruttori. Le Cattedrali cristiane sono state sostituite dalla permanente costruzione del Tempio laico dell’umanità.
L’elemento muratorio delle corporazioni di mestiere si è legato nella sua evoluzione speculativa, ma anche storicamente, ove è nata la massoneria moderna, con quello cavalleresco di origine templare elitario e, successivamente, con circoli ristretti di pensatori e scienziati.
Dal 1717, data di nascita della massoneria moderna in Inghilterra, i massoni sono costruttori di Umanità e di Valori. I massoni ritengono che i valori più alti possono costituire le colonne portanti della società. Studiandoli e affermandoli con forza e determinazione in sé stessi, è possibile fare il bene della Patria e dell’Umanità intera. Questa convinzione condivisa e praticata nelle logge costituisce una “inaudita pretesa” per le istituzione politiche e religiose italiane. Da qui l’origine dello storico sospetto nei confronti della Massoneria nel nostro Paese.
La Massoneria è un’Istituzione Iniziatica con una sua organizzazione.
L’istituzione, in generale, è l’insieme di principi, norme, organi, relazioni e funzioni che gli uomini scelgono liberamente di darsi per qualche scopo.
Le Istituzioni profane hanno come scopo l’educazione, la sanità, la difesa, la sicurezza, il perseguimento di un utile, il consenso politico, etc.
L’Istituzione “massoneria” ha come scopo il miglioramento di coloro che liberamente vi aderiscono e del mondo esterno. Propone ai suoi aderenti di impegnarsi costantemente nel rispondere all’imperativo: “Conosci te stesso” e, successivamente, all’imperativo: “Migliora ciò che ti circonda dando l’esempio”.
Per “iniziatico” si intende l’insegnamento e l’apprendimento fondato sulla gradualità della conoscenza. Per i massoni, la conoscenza non è mai definitiva e viene perseguita attraverso gradi simbolici. La gradualità della conoscenza è l’immagine allo specchio della progressività nel fare il bene. Anche nel fare il bene, come nel perseguimento della conoscenza, non si raggiunge mai la perfezione definitiva.
Se è facile capire il concetto di grado della conoscenza legato alla crescita neurologica e sociale della singola persona, non è facile, invece, capire la gradualità simbolica della conoscenza. Pertanto, è necessario aprire una riflessione sui simboli, ma anche sulle metafore, sulle allegorie, sui miti, sulle leggende sul modo di riassumere, nascondere e comunicare idee, scelte, opinioni, emotività: quanto di umano è comunicabile in relazione a quanto la natura ci informa di noi stessi e del mondo che ci circonda.
Il simbolo è il contenitore della conoscenza. Comunichiamo mediante parole che spesso sono simboli, o sono in grado di evocarli. Gli scienziati spiegano il mondo elaborando nuovi simboli. Il simbolo appare nello sviluppo neurologico della mente insieme alla nascita dell’Io e, di conseguenza, della coscienza. La coscienza presuppone l’Io e questo presuppone la frattura tra l’uomo, la natura e Dio. L’Io sorge perché non si sentono più gli ordini della divinità nella propria mente. Nell’Iliade, nell’Odissea e nella Bibbia, il Divino ordina; non esiste l’Io, non esiste una riflessione personale, esiste solo la richiesta e il responso, il volere della divinità e l’esecuzione cieca da parte degli uomini. Gli uomini non esprimono desideri personali. L’uomo, lasciato solo dalla Divinità nel decidere cosa fare, prova a ricreare il legame con la legge della natura, ovvero con la legge di Dio, ovvero con la scienza che è legge della natura. Questo muoversi alla ricerca della legge della natura (Dio, Padre) fa sorgere l’Io, il soggetto. Egli si incammina verso la coscienza, perché è costretto dal fatto che la Divinità fornisce sempre meno risposte in una società che si evolve, prima lentamente per millenni, poi più velocemente come negli ultimi secoli. Sarebbe stato assolutamente non faticoso vivere continuando a sentire le risposte ai problemi dell’uomo direttamente da Dio, anche mediante profeti, oracoli e intermediari. Ancora oggi, molti sperano ancora di sentire le voci anche creandosi artificialmente allucinazioni. Storicamente, al venir meno anche delle allucinazioni, fanno la loro comparsa le Sacre Scritture (Vecchio Testamento), la legge sacra di un Dio potente, intollerante e intransigente (Dura lex sed lex?). Questa legge sacra, dovendo essere valida in tutte le situazioni umane e fornire risposte adeguate, doveva necessariamente esprimersi mediante un alto contenuto simbolico. Ma anche le Sacre Scritture non riportano indietro le lancette dell’orologio della nascita dell’Io, della coscienza.
Una volta nato l’Io non è più possibile riportarlo indietro, anche perché Dio non sembra più voler rispondere nei tempi adeguati alle richieste degli uomini sempre più numerose ed evolute. Quando Dio risponde c’è, tra l’altro, il rischio concreto che sorgano grandi tragedie individuali e collettive, come i delitti frutto della sospensione della coscienza e le guerre che fanno leva su precetti religiosi riesumati, di un Dio che non vuol più indicare la strada a quanti lo invocano.
I simboli sono testimonianze concrete della sofferenza e dell’angoscia, legate alla nascita dell’Io, ovvero della co-scienza, dell’Io costretto a diventare adulto, ad arrangiarsi da solo nel ricercare le risposte giornaliere alla sua esistenza fisica. I simboli contengono il dramma della nascita dell’Io, della rottura del cordone ombelicale con il Dio/Padre, dei primi passi nella ricerca delle risposte umane nella natura. Per questo i simboli sono oggetto di primaria attenzione, sono il primo scalino iniziatico di un percorso di miglioramento individuale. Costituiscono la primaria ricerca della parola, la primaria ricerca delle leggi della natura di un Io straniero in casa propria.
I massoni non vogliamo dimenticare il dramma che ha portato alla nascita dell’Io; l’unico soggetto che può sollecitare ed estendere la coscienza.
Il simbolo è la cassaforte ove è racchiusa la chiave del dramma che ha partorito la coscienza. Il dramma vissuto individualmente e collettivamente viene racchiuso nel simbolo per essere conservato e tramandato. Aprendo il simbolo ci si appropria della chiave per capire l’uomo nella sua interezza e le istituzioni che si dà per meglio governarsi secondo leggi naturali. I simboli possono essere aperti ritualmente convogliando energie, pensiero razionale, emotività e dubbi. Ogni grado ha il suo rituale, la sua filosofia, i suoi simboli e quindi, di conseguenza, i suoi temi fondanti che si ampliano e approfondiscono per espandere la coscienza attraverso l’uso dell’intelligenza e l’esercizio della libertà di pensiero. La progressività iniziatica è quindi un esercizio continuo, individuale e collettivo per espandere la co-scienza di appartenere ad un unico consesso umano in cammino.
Nella fase iniziale della nascita della coscienza, il dubbio rappresenta uno stato di debolezza dell’uomo dovuto all’abbandono della presenza della Divinità nella sua mente. Viene a mancare l’autista e il passeggero non sa cosa fare. Successivamente, il dubbio diventa la risorsa per guidare secondo coscienza. Oggi non è più possibile pensare la ricerca scientifica e la ricerca massonica senza l’uso del dubbio praticato da uomini liberi.
Il fine della massoneria è il miglioramento di sé stessi e del mondo esterno in senso materiale ed etico. Nell’Ordine, ovvero nei primi tre gradi simbolici, il fine è la conoscenza di sé e del mondo esterno attraverso lo studio delle scienze e della fondamentale legge del cambiamento. Nel Rito Scozzese Antico e Accettato, ovvero negli altri gradi, il fine è il miglioramento della società in cui si vive, delle istituzioni che la sorreggono attraverso lo studio delle scienze umane, per lasciare a coloro che verranno un mondo migliore, più equo e giusto. L’equità e la giustizia sono temi di una coscienza che ama espandersi e, in massoneria, sono temi obbligatori. Il massone che opera nel Rito è obbligato a continuare a operare su se stesso nell’Ordine, questo perché la vittoria sui vizi, come le certezze non sono mai definitive e gli aumenti di luce, ovvero i passaggi di grado, non certificano nessuna conoscenza definitiva e nessuna vittoria definitiva sui vizi.
L’istituzione/organizzazione iniziatica è dotata di statuti e rituali. Negli statuti sono descritti gli Organi di Governo, le relazioni tra questi e le funzioni. Il Rituale è un insieme di atti e parole compiuti e pronunciate per richiamare i valori di riferimento della comunità massonica.
Il rito è un alto richiamo rivolto in modo coinvolgente ai presenti, è la richiesta solenne di donare il meglio di sé stessi dal punto di vista intellettuale. E’ il richiamo allo studio costante di sé stessi e del mondo esterno attraverso un amico indomabile e sempre inquieto che fa della nostra vita un’avventura esclusivamente umana: il DUBBIO. Nel rito, l’esplorazione emozionale e intellettuale avviene mediante l’identificazione con tutti gli attori del racconto.
Il Luogo è il Tempio, nei primi tre gradi. Luogo del Divino, luogo in cui il Divino (Padre) parlava, ordinava. Dal punto di vista laico il tempio è il luogo in cui la coscienza ha preso il posto del Divino, dove l’Uomo come lo vediamo, sentiamo e tocchiamo adesso è la sintesi dell’umanità intera, è Dio stesso.
Il Metodo è il sistema di gestione o meglio, l’articolazione dell’ordine in cui si alternano le principali tecnologie della ricerca massonica: il silenzio e la parola, l’ascolto e l’insegnamento, lo studio e la riflessione, ma anche due istituzioni presenti nel concetto di iniziazione: l’allievo e il maestro, mai intesi in senso statico ed esclusivamente verticale.
La ricerca massonica è fatta di studio, ascolto, pensieri esposti all’interno di una loggia massonica. Il cuore pulsante della ricerca massonica è la diversità delle opinioni che trovano il naturale posto nella loggia. Le opinioni diverse stimolano la veglia, al contrario stimolano il sonno, la non progressività della ricerca e della conoscenza. Il segreto della lunga vita della Massoneria sta anche in questo. La breve vita dei partiti politici sta nelle opinioni forzatamente condivise o soffocate e nella mancanza di ospitalità di opinioni radicalmente diverse.
Temi della ricerca massonica sono la Libertà, l’Uguaglianza, la Fratellanza, le Leggi naturali, i principi etici universali, i Diritti Umani, la Dignità, la Solidarietà, la Tolleranza, la Giustizia, il Dovere, l’Umiltà, la Devozione, l’Ignoranza, il Fanatismo, l’Arroganza, la Fedeltà, il Silenzio, la Parola, l’Obbedienza.
Per dare un’idea del punto di vista massonico possiamo riflettere su alcuni temi.La libertà è concepita dai massoni come affrancamento dalle passioni e dai vizi. La libertà è una qualità che presuppone un diritto di ogni essere umano, è l’assenza d’ogni costrizione esterna, è assenza di pregiudizi. La libertà è dipendenza esclusiva da sé stessi. Quegli uomini liberi che sanno ciò che vogliono e perché lo vogliono, che agiscono secondo ragione possono essere ricevuti massoni.
L’obbedienza è la predisposizione all’ascolto delle parole pronunciate dall’interlocutore che non equivale alla sottomissione del servo al suo principe. Obbedire vuol dire udire, stare di fronte al maestro e ascoltare la Parola pronunciata ritualmente. Obbedienza vuol dire seguire un programma esoterico, ciò che è nascosto dentro i simboli, i miti e le parole. Obbedire non vuol dire privazione di libertà, ma favorire il processo di liberazione naturale dalle rigidità seducenti, confortevoli. L’allievo ascolta mettendosi sulla stessa frequenza del Maestro. Ciò richiede una disciplina rigorosa, perché presuppone attenzione e concentrazione.
La fede è il contenitore della Parola Sacra. Il fedele è il destinatario della Parola Sacra. Per obbedire in senso massonico, occorre possedere la parola. Non si può ascoltare ciò che non è già presente dentro di noi. La fedeltà non è cieca accettazione di un messaggio, ma intima persuasione. La persuasione iniziatica non ha nulla a che vedere con la manipolazione psichica. Fedeltà vuol dire persuasione mediante ascolto profondo di se stesso. Essere fedeli significa assumere un atteggiamento spirituale ricettivo.
Il silenzio nasce in ambiente Pitagorico. Non vuol dire tacere alla lettera, ma possesso intimo della parola. Per questo viene per primo celebrato e onorato nel primo grado. Il silenzio è culto della parola interna. L’iniziato ascolta sintonizzandosi con la parola dei Maestri e risvegliando la propria intima parola.
L’istituzione massonica risponde ad un bisogno umano di capire e fare il bene dell’umanità ed è fatta da uomini che non si danno mai per vinti, che sanno nutrirsi di delusioni e insuccessi. Qualcuno preferisce spiegare meglio la massoneria attraverso i personaggi presenti nei rituali d’iniziazione: la cosiddetta mitologia massonica. Altri provano a rintracciarne l’origine della Massoneria nella storia, altri ancora mischiando storia, mitologia e leggenda. E’ comunque difficile trovare i confini tra storia, leggenda, mitologia e alchimia.
Il personaggio fondamentale in Massoneria è Hiram Abif. Un uomo di estrazione regale fenicia, un architetto. Egli costruì il primo grande tempio di Gerusalemme. Di lui c’è un riscontro nel Libro dei Re (Corpus Biblico). Il Significato del nome è “vita elevata”. In Egitto il significato è “spirito”, “tempio del Sole”. Nella leggenda ma probabilmente, anche nella storia, Hiram Abif viene ucciso da tre cattivi compagni che volevano conoscere la Parola Sacra di passaggio di grado, ovvero che volevano acquisire la conoscenza senza apprenderla mediante il duro lavoro quotidiano. Questi tre compagni simboleggiano per i Massoni, l’ignoranza, il fanatismo e l’ambizione: I tre principali vizi che ogni Maestro Massone deve imparare a controllare per mantenere e onorare il suo status. Il massone combatte l’ignoranza con l’impegno, con lo studio costante ed esercitando il libero pensiero. Combatte il fanatismo non abbracciando certezze assolute e ideologie. Combatte l’ambizione rinunciando a coprire cariche senza meriti e soprattutto conservandole o donandole a quanti si sono prostrati, negando opportunità e meriti ad altri.
Se prendiamo in considerazione solo gli architetti nella storia della nostro sapere e della nostra cultura possiamo fare riferimento a
- NEFERHOTEP, il cui nome significa “Colui che si è realizzato nella bellezza”; un architetto che visse in Egitto nel XIV secolo a.c. La sua tomba fu ritrovata da un gruppo di archeologi francesi nel secolo trascorso, a Luxor. La tomba riportava l’epigrafe “che fu ucciso da tre cattivi compagni che volevano carpirgli la parola sacra”. Un preciso riferimento storico di una leggenda centrale nei rituali massonici.
- DEDALO, architetto costruttore del labirinto, elemento centrale nella leggenda di Minosse e Arianna e simbolo di primaria importanza in ambito massonico.
- DAIDALOS, architetto componente del Thiasos, una confraternita di mestiere dei costruttori del tempio risalente al XVI secolo a.c.

La progressività di fare il bene è un concetto che si afferma con il salto dall’Ordine al Rito. Nel Rito, il massone è chiamato all’impegno sociale, a progettare e realizzare una società migliore e a collaborare con quanti si adoperano nella realizzazione di grandi progetti. Egli si concentra sulla costruzione del tempio interiore, sul dovere, sul lavoro, sulla lotta all’ignoranza, sulla civiltà, sulla libertà di pensiero, sulla ricerca della parola perduta, sull’uso dell’intelligenza, sulla giustizia, sull’uso della scrittura e della parola, sulla propria e altrui difesa. E non gli è più permessa l’indifferenza sui grandi temi umani. Chi fa il salto dall’Ordine al Rito ha davanti il foglio da disegno e gli strumenti dell’architetto e deve progettare una società migliore. Non può più concentrarsi solamente sulla pietra grezza. Nessuno è obbligato a fare il salto nel Rito. Chi fa il salto deve, però, accettare di cambiare il senso della propria funzione nell’Obbedienza ed della propria esistenza sociale.

“Mito e Massoneria nella società contemporanea” di Pietro Alacchi



Il mito è l’equivalente della Parola, il racconto, la narrazione. Oggi potremmo dire, dal punto di vista dell’archeologia del sapere, che il mito è il Discorso.
Al centro di una civiltà c’è un racconto condiviso, un processo di identificazione, una possibile forma di conoscenza del mondo e di ciò che è il bene della comunità a cui si appartiene,
il bene con un suo ordine e una gerarchia interna.
Il racconto è ciò che unisce, che guida e fa riconoscere i membri di una comunità. La Comunità si forma intorno al racconto. Ciò è avvenuto nel passato grazie ad una volontà ricettiva sorretta da una predisposizione emotiva, che i riti di iniziazione partecipavano a formare e valorizzare.
Qual è il racconto che ci unisce oggi, il mito, la Parola, il Discorso? E quali sono i riti di iniziazione che si basano sulla predisposizione emotiva e sulla volontà ricettiva?
Il sistema educativo è stato delegato a fornire il racconto, o forse meglio dire il Discorso, finalizzato a formare la comunità. Altri sistemi partecipano a formare le comunità e tutti assomigliano sempre più a meccanismi freddi che formano uomini dai bisogni emotivi reificati, uomini che stigmatizziamo senz’anima, senza una missione dotata di senso etico, che fagocitano attenzioni, emozioni e restituiscono denaro quando ne hanno troppo e pacche sulle spalle quando pensano di non averne abbastanza per un paio di vite.
In questo contesto relazionale si manifesta palesemente un deficit etico del racconto del Discorso che tiene insieme la comunità e il livello di civiltà raggiunto. Il deficit etico, sostituito dall’istinto di sopravvivenza delle tante istituzioni, fa emergere miti transitori, occasionali, basati prevalentemente sul successo consumistico, ma anche su percorsi spirituali individualistici, che, comunque, tendono a sollevare la coscienza dal duro lavoro richiesto dalla ragione.
I media, in particolare, per una finalità o per l’altra, alleviano lo sforzo della ricerca della verità. Non solo forniscono la verità pronta da consumare, ma sollevano dai doveri dei singoli e assolvono dai sensi di colpa dall’aver contratto un debito con la ragione. Perché la verità da supermercato abbia un effetto “curativo” o “salvifico” nelle persone deve fornire anche un capro espiatorio a cui addebitate le responsabilità. Questo capro espiatorio è costituito, quando i Rom, gli ebrei e gli extracomunitari non possono essere tirati in ballo per evidente incompatibilità con i fatti da spiegare, dai massoni. Nell’individuazione del capro espiatorio, la massoneria occupa il posto legato a fatti di un’economia capitalistica malata e a volte a pratiche magiche e satanistiche. La massoneria è il capro espiatorio ideale quando la ricerca della verità segna il passo, in delitti in ambito satanistico ma soprattutto nel malaffare nazionale e internazionale, quando il racconto o il discorso registra un deficit strutturale, non colmabile se non con un racconto ausiliario, tappabuchi, in negativo.
Il racconto ausiliario, negativo, che dovrebbe unire il popolo e liberare la coscienza dalla persecuzione del dubbio, ha come protagonista i massoni. Le associazioni massoniche diventano per natura eticamente deprecabili e il risultato finale è un’ipotesi di reato penalmente perseguibile. La non conoscenza della storia della massoneria, poi, rende tali uomini ancora più facilmente colpevoli e molto pericolosi agli occhi di chi si sente minacciato dal dubbio.
Perché i massoni sono il capro espiatorio ideale?
La nostra convinzione di fare il bene della patria e dell’umanità costituisce una “inaudita pretesa, una inaudita speranza” per le istituzione politiche e per quelle religiose italiane. Da qui l’origine dello storico e convenientissimo sospetto nei confronti della Massoneria nel nostro Paese e la conseguente scelta del capro espiatorio nel giustificare le inettitudini e i fallimenti delle nostre istituzioni. Se la politica non funziona, è inefficiente ed inefficace e se c’è tanta corruzione la colpa è dei massoni. Se la visione timorosa di Dio non dà più buoni risultati e i dubbi colpiscono anche la speranza in senso cristiano, la colpa è dei massoni. La ragione rende la vita difficile! Forse conviene ritagliarci anche noi un pezzettino di monopolio in qualche attività umana tollerata, una riserva? A volte mi domando se non viviamo già in una riserva, parte di un Discorso (racconto) più grande.
Nei Paesi in cui prevalgono i monopoli economici, politici e spirituali (un triangolo non magico), che nei momenti di crisi si sostengono l’un l’altro nell’orientare l’uomo a forme di servilismo intellettuale e materiale, il sospetto verso la massoneria si trasforma in odio e persecuzione mediatica e, di conseguenza, giudiziaria. La massoneria è periodicamente, quindi, capro espiatorio per i mali che affliggono la società dei monopoli e dell’immobilismo civile.
La “pretesa inaudita” di dedicarsi al bene della Patria e dell’Umanità da parte dei massoni viene percepita come la messa in discussione del monopolio della visione del bene e del male a cui aspirano molte istituzioni nei loro rispettivi ambiti di attività. Per reggersi, i monopoli del bene e del male devono dare continuità ad una visione necessariamente statica, definitiva, conservatrice, meglio rispondente alla cura di interessi materiali, intellettuali e spirituali consolidati.
La pretesa della massoneria di lavorare per il bene dell’umanità è un pericolo oggettivo nelle società caratterizzate da una natura estrattiva, cioè caratterizzate dalla priorità della conservazione di privilegi e dalla negazione dell’applicazione dei diritti fondamentali e del riconoscimento del merito. In queste società a governare l’economia e la politica sono sempre le stesse famiglie, i cui membri diretti e indiretti o aggregati, ciondolano nelle imprese e istituzioni, negando un vero ricambio intellettuale e generazionale insieme.
Le inchieste di veri giornalisti rimangono nell’ambito nel loro settore o del cortile della politica di un modo di essere Paese politicamente periferico e senza speranza. I media molto spesso non concepiscono, non comprendono il bisogno di uomini e donne di esercitare la libertà di pensiero nei modi che ritengono più opportuni, e non secondo il piacimento dei monopoli etici e materiali esistenti. Ovviamente, la massoneria costituisce un pericolo per coloro che piegano abitualmente la democrazia a ciò che meglio protegge il sistema dinastico pubblico e privato. Chi è abituato a banchettare con la carne umana, con l’intelligenza delle nuove generazioni e con l’indebitamento delle generazioni future, non intende rinunciare alla propria rendita, ai privilegi. La naturale e consapevole opposizione del mondo iniziatico alla natura estrattiva delle istituzioni del Paese fa della massoneria un’organizzazione elitaria e pericolosa.
Mentre in Italia si portava al rogo Giordano Bruno perché sosteneva l’esistenza di un Dio infinito riconoscibile ovunque, anche nella carne e nelle ossa di ogni essere vivente, in Inghilterra il filosofo Francesco Bacone, fondatore della scienza moderna, ovvero dell’osservazione della natura e dell’esperimento ripetibile nella ricerca della verità, era membro della corte di Elisabetta I Tudor e poi di Giacomo I Stuart, Membro del Consiglio Privato. Uno bruciato vivo per il pensiero non conforme alle tesi sposate dalla religione cattolica, l’altro ben considerato e ascoltato nelle stanze più alte del potere di quella nazione che si apprestava ad essere la guida del mondo moderno in ogni ambito.
Ancora oggi i Giordano Bruno oggi vengono mandati via dall’Italia o costretti a buttare al vento le conoscenze acquisite e soprattutto l’investimento che tutti noi abbiamo fatto su di loro, la passione per il progresso umano per servire i soliti noti. In Inghilterra i Francesco Bacone sono ancora di casa nelle più alte sfere del Regno, insieme ai nostri Giordano Bruno.
Negli ultimi anni, grazie a sentenze della Corte di Giustizia Europea sulle libere associazioni, è più difficile usare come capro espiatorio la segretezza massonica per addebitarvi ogni tipo di misfatto e pericolosità sociale. Tutti sanno che vi sono precise tutele a garanzia del segreto delle associazioni o delle professioni. Basta citare il segreto professionale dei giornalisti, dei medici, degli avvocati, dei psicologi, quello aziendale ben tutelato da misure preventive e repressive, per non parlare del segreto d’ufficio nelle istituzioni pubbliche e del più famoso segreto di Stato. Le famiglie hanno diritto alla loro privacy e come i singoli individui sono tutelati da una legge specifica. Il segreto della confessione in ambito religioso è tutelato da un diritto parallelo a quello civile. Nella massoneria il segreto è indicatore di malaffare, solo in Italia, però. Gli stessi diritti riconosciuti a individui e comunità organizzate non possono essere riconosciuti ai singoli massoni e alle loro istituzioni. Non rimane che rendere pubblici i verbali degli incontri, ma anche allora la questione del segreto continuerebbe ad esistere come indicatore di malaffare. Anche la presenza alle riunioni di un carabiniere sorteggiato tra tutti i carabinieri non farebbe cambiare opinione. Evidentemente, Non si vuole cambiare opinione. E’ sempre necessario un racconto ausiliario, negativo, che metta una pezza all’incapacità politica ed economica di progredire!
Se per segreto si intende l’esperienza emotiva e intellettuale che si formano all’interno di una loggia massonica, allora questa esperienza non è trasmissibile mediante racconto né scritto, né verbale. Non è possibile ereditare e comprendere l’esperienza massonica senza una predisposizione emotiva dettata dalla volontà ricettiva.
Il male maggiore oggi, però, non proviene dall’ignoranza di coloro che diffondono idee profondamente errate, racconti di comodo, senza conoscere la massoneria. Il male maggiore alla massoneria, però, lo fanno i massoni stessi quando si arrendono, ritenendo i difetti della natura umana non modificabili neppure nelle loro istituzioni, create proprio per dare battaglia con ogni mezzo ai tre cattivi compagni.
Oggi, nel mondo, ma soprattutto in Italia, viviamo una forma mostruosa di colonialismo, diversa dalle precedenti: la colonizzazione del futuro, la colonizzazione verticale. Il discorso, il racconto, non funziona perché si è rotta l’alleanza dell’uomo con il futuro. Noi siamo chiamati a ripristinare e difendere ovunque l’alleanza con in futuro. E’ un’alleanza che costa molto, come tutte le vere e durature alleanze. Da non ebreo, penso, come riferimento, all’alleanza del Popolo ebraico con Dio. E la scelta dei sacrifici deve essere netta. Di associazioni esoteriche che soddisfano esigenze personali e mistiche ce ne sono tante, la strada della massoneria italiana non è quella, per continuare ad avere un senso nella storia. Il Discorso, il racconto, la narrazione, la Parola, il Mito, oggi, deve avere come oggetto il futuro delle nuove generazioni. Il resto è prevalentemente egoismo mistico, contemplazione egoistica.
DOMANDA
Oggi, nel mondo, ma soprattutto in Italia, viviamo una nuova forma mostruosa di colonialismo, diversa dalle precedenti: la colonizzazione del futuro, la colonizzazione verticale.
I vertici dell’associazione massonica, alla luce della storia della massoneria universale, hanno una chiara strada da indicare? Come la massoneria dà senso alla sua esistenza?



La Porta Alchemica di Rodolfo Miccoli



Trovandomi a Roma, mi sono recato presso i giardini di Piazza Vittorio 
che custodiscono un'autentica meraviglia: La Porta Ermetica, fatta 
costruire nel 1680, sotto gli auspici della regina Cristina di Svezia, dal 
marchese Palombara per arricchire la sua splendida villa. Detta 
porta, dava accesso, non solo in senso materiale, ma anzi, in essenza, in 
senso spirituale, al laboratorio alchemico del marchese ,che era il 
cenacolo dove confluivano ermetisti ed alchimisti provenienti da  tutta 
Europa. Questo grazie ai numerosi glifi,simboli ed epigrafi in essa 
inscritti.Un reperto piu' unico che raro, testimonianza di un mondo che 
non c'e'piu'e che tuttavia non puo‘non ispirare chi,ancora oggi,si 
dedica al compimento dell""Grande Opera".Purtroppo ho trovato il sito 
inspiegabilmente chiuso e quindi ho potuto scattare delle foto solo 
dall'esterno.Vi segnalo tuttavia che su questo stimolante argomento e'da 
poco uscito,per i tipi della Simmetria Edizioni,il testo di Nuccio 
D'Anna"La porta ermetica di Roma.un itinerario spirituale fra simbolismo 
e alchimia""



La Porta Ermetica di Piazza Vittorio a Roma è la straordinaria reliquia di un mondo sparito. Nei suoi stipiti e nel suo frontone si trovano incisi alcuni simboli alchemici che tracciano un vero e proprio itinerario di realizzazione spirituale. Non solo, ma questa serie ben strutturata di glifi, incisioni ed epigrafi rivelano gli stretti rapporti che i circoli di ermetisti italiani avevano stabilito con la confraternita della Rosa-Croce fiorita proprio in quel tempo nel Nord Europa. I simboli astrologici segnati sulla Porta Ermetica sono strettamente solidali con il sostrato minerale che sostanziava le attività di laboratorio degli alchimisti italiani e rivelano la profondità dell’azione spirituale del circolo che si era formato attorno alla regina Cristina di Svezia arrivata a favorire anche la costruzione di questa celebre Porta che ha arricchito la Villa del marchese Palombara. Il libro fa emergere dall’oblio non solo i simboli di queste consorterie semi-segrete, ma anche le operazioni rituali che sostanziavano la loro attività e la loro ricerca spirituale.
Nuccio D’Anna si occupa di simbolismo, dottrine spirituali e storia delle religioni. Ha pubblicato numerosissimi studi e saggi in numerose riviste e in raccolte di Atti di Convegno ai quali ha partecipato. È membro della Società Italiana degli Storici delle Religioni (SISR) e dirige la rivista trimestrale di cultura e spiritualità “Atrium”. Alcuni dei venti libri che ha scritto hanno toccato in modo particolare il mondo classico: Il Neoplatonismo (2012); Il dio Giano (1992); La Disciplina del Silenzio. Mito, mistero ed estasi nell’antica Grecia (1995); Il Divino nell’Ellade (2004); Il Gioco Cosmico. Tempo ed eternità nell’antica Grecia (2006); Mistero e Profezia. La IV egloga di Virgilio e il rinnovamento del mondo (2007); Publio Nigidio Figulo (2008); Da Orfeo a Pitagora (2011); Sapienza sacra ed esperienze estatiche. All’alba della civiltà ellenica (2015); Le radici sacre della moneta. Ha anche esaminato alcune correnti mistico-estatiche medievali ne Il Segreto dei Trovatori (2005); Il Santo Graal (2009); Il Cristianesimo celtico (2011); Melkitsedek. Il mistero di una figura biblica (2014); Hans Kayser e l’Armonia del Mondo (2015). Collabora da anni con prestigiose riviste italiane ed internazionali di studi storico-religiosi e di spiritualità.

Per gli acquisti il libro è disponibile nei maggiori store on line.