martedì 11 ottobre 2016

Elementi costitutivi della ricerca Massonica di Pietro Alacchi



La parola Massoneria proviene dal latino “Macio Macionis”. Il suo significato è edificatore, costruttore. Nel tardo Medio Evo, con tale termine si identificavano i costruttori di cattedrali cristiane. I massoni sono i discendenti di questi costruttori. Le Cattedrali cristiane sono state sostituite dalla permanente costruzione del Tempio laico dell’umanità.
L’elemento muratorio delle corporazioni di mestiere si è legato nella sua evoluzione speculativa, ma anche storicamente, ove è nata la massoneria moderna, con quello cavalleresco di origine templare elitario e, successivamente, con circoli ristretti di pensatori e scienziati.
Dal 1717, data di nascita della massoneria moderna in Inghilterra, i massoni sono costruttori di Umanità e di Valori. I massoni ritengono che i valori più alti possono costituire le colonne portanti della società. Studiandoli e affermandoli con forza e determinazione in sé stessi, è possibile fare il bene della Patria e dell’Umanità intera. Questa convinzione condivisa e praticata nelle logge costituisce una “inaudita pretesa” per le istituzione politiche e religiose italiane. Da qui l’origine dello storico sospetto nei confronti della Massoneria nel nostro Paese.
La Massoneria è un’Istituzione Iniziatica con una sua organizzazione.
L’istituzione, in generale, è l’insieme di principi, norme, organi, relazioni e funzioni che gli uomini scelgono liberamente di darsi per qualche scopo.
Le Istituzioni profane hanno come scopo l’educazione, la sanità, la difesa, la sicurezza, il perseguimento di un utile, il consenso politico, etc.
L’Istituzione “massoneria” ha come scopo il miglioramento di coloro che liberamente vi aderiscono e del mondo esterno. Propone ai suoi aderenti di impegnarsi costantemente nel rispondere all’imperativo: “Conosci te stesso” e, successivamente, all’imperativo: “Migliora ciò che ti circonda dando l’esempio”.
Per “iniziatico” si intende l’insegnamento e l’apprendimento fondato sulla gradualità della conoscenza. Per i massoni, la conoscenza non è mai definitiva e viene perseguita attraverso gradi simbolici. La gradualità della conoscenza è l’immagine allo specchio della progressività nel fare il bene. Anche nel fare il bene, come nel perseguimento della conoscenza, non si raggiunge mai la perfezione definitiva.
Se è facile capire il concetto di grado della conoscenza legato alla crescita neurologica e sociale della singola persona, non è facile, invece, capire la gradualità simbolica della conoscenza. Pertanto, è necessario aprire una riflessione sui simboli, ma anche sulle metafore, sulle allegorie, sui miti, sulle leggende sul modo di riassumere, nascondere e comunicare idee, scelte, opinioni, emotività: quanto di umano è comunicabile in relazione a quanto la natura ci informa di noi stessi e del mondo che ci circonda.
Il simbolo è il contenitore della conoscenza. Comunichiamo mediante parole che spesso sono simboli, o sono in grado di evocarli. Gli scienziati spiegano il mondo elaborando nuovi simboli. Il simbolo appare nello sviluppo neurologico della mente insieme alla nascita dell’Io e, di conseguenza, della coscienza. La coscienza presuppone l’Io e questo presuppone la frattura tra l’uomo, la natura e Dio. L’Io sorge perché non si sentono più gli ordini della divinità nella propria mente. Nell’Iliade, nell’Odissea e nella Bibbia, il Divino ordina; non esiste l’Io, non esiste una riflessione personale, esiste solo la richiesta e il responso, il volere della divinità e l’esecuzione cieca da parte degli uomini. Gli uomini non esprimono desideri personali. L’uomo, lasciato solo dalla Divinità nel decidere cosa fare, prova a ricreare il legame con la legge della natura, ovvero con la legge di Dio, ovvero con la scienza che è legge della natura. Questo muoversi alla ricerca della legge della natura (Dio, Padre) fa sorgere l’Io, il soggetto. Egli si incammina verso la coscienza, perché è costretto dal fatto che la Divinità fornisce sempre meno risposte in una società che si evolve, prima lentamente per millenni, poi più velocemente come negli ultimi secoli. Sarebbe stato assolutamente non faticoso vivere continuando a sentire le risposte ai problemi dell’uomo direttamente da Dio, anche mediante profeti, oracoli e intermediari. Ancora oggi, molti sperano ancora di sentire le voci anche creandosi artificialmente allucinazioni. Storicamente, al venir meno anche delle allucinazioni, fanno la loro comparsa le Sacre Scritture (Vecchio Testamento), la legge sacra di un Dio potente, intollerante e intransigente (Dura lex sed lex?). Questa legge sacra, dovendo essere valida in tutte le situazioni umane e fornire risposte adeguate, doveva necessariamente esprimersi mediante un alto contenuto simbolico. Ma anche le Sacre Scritture non riportano indietro le lancette dell’orologio della nascita dell’Io, della coscienza.
Una volta nato l’Io non è più possibile riportarlo indietro, anche perché Dio non sembra più voler rispondere nei tempi adeguati alle richieste degli uomini sempre più numerose ed evolute. Quando Dio risponde c’è, tra l’altro, il rischio concreto che sorgano grandi tragedie individuali e collettive, come i delitti frutto della sospensione della coscienza e le guerre che fanno leva su precetti religiosi riesumati, di un Dio che non vuol più indicare la strada a quanti lo invocano.
I simboli sono testimonianze concrete della sofferenza e dell’angoscia, legate alla nascita dell’Io, ovvero della co-scienza, dell’Io costretto a diventare adulto, ad arrangiarsi da solo nel ricercare le risposte giornaliere alla sua esistenza fisica. I simboli contengono il dramma della nascita dell’Io, della rottura del cordone ombelicale con il Dio/Padre, dei primi passi nella ricerca delle risposte umane nella natura. Per questo i simboli sono oggetto di primaria attenzione, sono il primo scalino iniziatico di un percorso di miglioramento individuale. Costituiscono la primaria ricerca della parola, la primaria ricerca delle leggi della natura di un Io straniero in casa propria.
I massoni non vogliamo dimenticare il dramma che ha portato alla nascita dell’Io; l’unico soggetto che può sollecitare ed estendere la coscienza.
Il simbolo è la cassaforte ove è racchiusa la chiave del dramma che ha partorito la coscienza. Il dramma vissuto individualmente e collettivamente viene racchiuso nel simbolo per essere conservato e tramandato. Aprendo il simbolo ci si appropria della chiave per capire l’uomo nella sua interezza e le istituzioni che si dà per meglio governarsi secondo leggi naturali. I simboli possono essere aperti ritualmente convogliando energie, pensiero razionale, emotività e dubbi. Ogni grado ha il suo rituale, la sua filosofia, i suoi simboli e quindi, di conseguenza, i suoi temi fondanti che si ampliano e approfondiscono per espandere la coscienza attraverso l’uso dell’intelligenza e l’esercizio della libertà di pensiero. La progressività iniziatica è quindi un esercizio continuo, individuale e collettivo per espandere la co-scienza di appartenere ad un unico consesso umano in cammino.
Nella fase iniziale della nascita della coscienza, il dubbio rappresenta uno stato di debolezza dell’uomo dovuto all’abbandono della presenza della Divinità nella sua mente. Viene a mancare l’autista e il passeggero non sa cosa fare. Successivamente, il dubbio diventa la risorsa per guidare secondo coscienza. Oggi non è più possibile pensare la ricerca scientifica e la ricerca massonica senza l’uso del dubbio praticato da uomini liberi.
Il fine della massoneria è il miglioramento di sé stessi e del mondo esterno in senso materiale ed etico. Nell’Ordine, ovvero nei primi tre gradi simbolici, il fine è la conoscenza di sé e del mondo esterno attraverso lo studio delle scienze e della fondamentale legge del cambiamento. Nel Rito Scozzese Antico e Accettato, ovvero negli altri gradi, il fine è il miglioramento della società in cui si vive, delle istituzioni che la sorreggono attraverso lo studio delle scienze umane, per lasciare a coloro che verranno un mondo migliore, più equo e giusto. L’equità e la giustizia sono temi di una coscienza che ama espandersi e, in massoneria, sono temi obbligatori. Il massone che opera nel Rito è obbligato a continuare a operare su se stesso nell’Ordine, questo perché la vittoria sui vizi, come le certezze non sono mai definitive e gli aumenti di luce, ovvero i passaggi di grado, non certificano nessuna conoscenza definitiva e nessuna vittoria definitiva sui vizi.
L’istituzione/organizzazione iniziatica è dotata di statuti e rituali. Negli statuti sono descritti gli Organi di Governo, le relazioni tra questi e le funzioni. Il Rituale è un insieme di atti e parole compiuti e pronunciate per richiamare i valori di riferimento della comunità massonica.
Il rito è un alto richiamo rivolto in modo coinvolgente ai presenti, è la richiesta solenne di donare il meglio di sé stessi dal punto di vista intellettuale. E’ il richiamo allo studio costante di sé stessi e del mondo esterno attraverso un amico indomabile e sempre inquieto che fa della nostra vita un’avventura esclusivamente umana: il DUBBIO. Nel rito, l’esplorazione emozionale e intellettuale avviene mediante l’identificazione con tutti gli attori del racconto.
Il Luogo è il Tempio, nei primi tre gradi. Luogo del Divino, luogo in cui il Divino (Padre) parlava, ordinava. Dal punto di vista laico il tempio è il luogo in cui la coscienza ha preso il posto del Divino, dove l’Uomo come lo vediamo, sentiamo e tocchiamo adesso è la sintesi dell’umanità intera, è Dio stesso.
Il Metodo è il sistema di gestione o meglio, l’articolazione dell’ordine in cui si alternano le principali tecnologie della ricerca massonica: il silenzio e la parola, l’ascolto e l’insegnamento, lo studio e la riflessione, ma anche due istituzioni presenti nel concetto di iniziazione: l’allievo e il maestro, mai intesi in senso statico ed esclusivamente verticale.
La ricerca massonica è fatta di studio, ascolto, pensieri esposti all’interno di una loggia massonica. Il cuore pulsante della ricerca massonica è la diversità delle opinioni che trovano il naturale posto nella loggia. Le opinioni diverse stimolano la veglia, al contrario stimolano il sonno, la non progressività della ricerca e della conoscenza. Il segreto della lunga vita della Massoneria sta anche in questo. La breve vita dei partiti politici sta nelle opinioni forzatamente condivise o soffocate e nella mancanza di ospitalità di opinioni radicalmente diverse.
Temi della ricerca massonica sono la Libertà, l’Uguaglianza, la Fratellanza, le Leggi naturali, i principi etici universali, i Diritti Umani, la Dignità, la Solidarietà, la Tolleranza, la Giustizia, il Dovere, l’Umiltà, la Devozione, l’Ignoranza, il Fanatismo, l’Arroganza, la Fedeltà, il Silenzio, la Parola, l’Obbedienza.
Per dare un’idea del punto di vista massonico possiamo riflettere su alcuni temi.La libertà è concepita dai massoni come affrancamento dalle passioni e dai vizi. La libertà è una qualità che presuppone un diritto di ogni essere umano, è l’assenza d’ogni costrizione esterna, è assenza di pregiudizi. La libertà è dipendenza esclusiva da sé stessi. Quegli uomini liberi che sanno ciò che vogliono e perché lo vogliono, che agiscono secondo ragione possono essere ricevuti massoni.
L’obbedienza è la predisposizione all’ascolto delle parole pronunciate dall’interlocutore che non equivale alla sottomissione del servo al suo principe. Obbedire vuol dire udire, stare di fronte al maestro e ascoltare la Parola pronunciata ritualmente. Obbedienza vuol dire seguire un programma esoterico, ciò che è nascosto dentro i simboli, i miti e le parole. Obbedire non vuol dire privazione di libertà, ma favorire il processo di liberazione naturale dalle rigidità seducenti, confortevoli. L’allievo ascolta mettendosi sulla stessa frequenza del Maestro. Ciò richiede una disciplina rigorosa, perché presuppone attenzione e concentrazione.
La fede è il contenitore della Parola Sacra. Il fedele è il destinatario della Parola Sacra. Per obbedire in senso massonico, occorre possedere la parola. Non si può ascoltare ciò che non è già presente dentro di noi. La fedeltà non è cieca accettazione di un messaggio, ma intima persuasione. La persuasione iniziatica non ha nulla a che vedere con la manipolazione psichica. Fedeltà vuol dire persuasione mediante ascolto profondo di se stesso. Essere fedeli significa assumere un atteggiamento spirituale ricettivo.
Il silenzio nasce in ambiente Pitagorico. Non vuol dire tacere alla lettera, ma possesso intimo della parola. Per questo viene per primo celebrato e onorato nel primo grado. Il silenzio è culto della parola interna. L’iniziato ascolta sintonizzandosi con la parola dei Maestri e risvegliando la propria intima parola.
L’istituzione massonica risponde ad un bisogno umano di capire e fare il bene dell’umanità ed è fatta da uomini che non si danno mai per vinti, che sanno nutrirsi di delusioni e insuccessi. Qualcuno preferisce spiegare meglio la massoneria attraverso i personaggi presenti nei rituali d’iniziazione: la cosiddetta mitologia massonica. Altri provano a rintracciarne l’origine della Massoneria nella storia, altri ancora mischiando storia, mitologia e leggenda. E’ comunque difficile trovare i confini tra storia, leggenda, mitologia e alchimia.
Il personaggio fondamentale in Massoneria è Hiram Abif. Un uomo di estrazione regale fenicia, un architetto. Egli costruì il primo grande tempio di Gerusalemme. Di lui c’è un riscontro nel Libro dei Re (Corpus Biblico). Il Significato del nome è “vita elevata”. In Egitto il significato è “spirito”, “tempio del Sole”. Nella leggenda ma probabilmente, anche nella storia, Hiram Abif viene ucciso da tre cattivi compagni che volevano conoscere la Parola Sacra di passaggio di grado, ovvero che volevano acquisire la conoscenza senza apprenderla mediante il duro lavoro quotidiano. Questi tre compagni simboleggiano per i Massoni, l’ignoranza, il fanatismo e l’ambizione: I tre principali vizi che ogni Maestro Massone deve imparare a controllare per mantenere e onorare il suo status. Il massone combatte l’ignoranza con l’impegno, con lo studio costante ed esercitando il libero pensiero. Combatte il fanatismo non abbracciando certezze assolute e ideologie. Combatte l’ambizione rinunciando a coprire cariche senza meriti e soprattutto conservandole o donandole a quanti si sono prostrati, negando opportunità e meriti ad altri.
Se prendiamo in considerazione solo gli architetti nella storia della nostro sapere e della nostra cultura possiamo fare riferimento a
- NEFERHOTEP, il cui nome significa “Colui che si è realizzato nella bellezza”; un architetto che visse in Egitto nel XIV secolo a.c. La sua tomba fu ritrovata da un gruppo di archeologi francesi nel secolo trascorso, a Luxor. La tomba riportava l’epigrafe “che fu ucciso da tre cattivi compagni che volevano carpirgli la parola sacra”. Un preciso riferimento storico di una leggenda centrale nei rituali massonici.
- DEDALO, architetto costruttore del labirinto, elemento centrale nella leggenda di Minosse e Arianna e simbolo di primaria importanza in ambito massonico.
- DAIDALOS, architetto componente del Thiasos, una confraternita di mestiere dei costruttori del tempio risalente al XVI secolo a.c.

La progressività di fare il bene è un concetto che si afferma con il salto dall’Ordine al Rito. Nel Rito, il massone è chiamato all’impegno sociale, a progettare e realizzare una società migliore e a collaborare con quanti si adoperano nella realizzazione di grandi progetti. Egli si concentra sulla costruzione del tempio interiore, sul dovere, sul lavoro, sulla lotta all’ignoranza, sulla civiltà, sulla libertà di pensiero, sulla ricerca della parola perduta, sull’uso dell’intelligenza, sulla giustizia, sull’uso della scrittura e della parola, sulla propria e altrui difesa. E non gli è più permessa l’indifferenza sui grandi temi umani. Chi fa il salto dall’Ordine al Rito ha davanti il foglio da disegno e gli strumenti dell’architetto e deve progettare una società migliore. Non può più concentrarsi solamente sulla pietra grezza. Nessuno è obbligato a fare il salto nel Rito. Chi fa il salto deve, però, accettare di cambiare il senso della propria funzione nell’Obbedienza ed della propria esistenza sociale.

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