lunedì 11 aprile 2016

DECRITTATA DA ANDREA AROMATICO LA "FLAGELLAZIONE DI CRISTO" DI PIERO DELLA FRANCESCA. Di Armando Ginesi



Una delle opere più belle della maturità di quello straordinario pittore quattrocentesco che fu Piero della Francesca (conservata presso la Galleria Nazionale delle Marche, nel Palazzo Ducale di Urbino) "La Flagellazione di Cristo" è anche stata, fino ad oggi, uno dei dipinti più ermetici della storia dell'arte d'Italia, al pari di altre come, tanto per citarne qualcuna, "La Gioconda" di Leonardo da Vinci, "La Tempesta" del Giorgione,"Le tre età dell'uomo" o "I tre filosofi", sempre di Giorgione, il cosiddetto "Amor sacro o amor profano" di Tiziano. Tutti capolavori che, al di là delle raffigurazioni evidenti, celano altre verità "criptiche", ovverosia significati in qualche modo nascosti, in codice, almeno per noi fruitori di un tempo che è lontano secoli da quando sono stati realizzati e quindi non in possesso delle conoscenze utili a coglierne i veri intendimenti narrativi.
Per tornare alla "Flagellazione", attorno alla quale sono state elaborate credo una quarantina circa di interpretazioni, diciamo che, finalmente, uno studioso a tuttotondo come Andrea Aromatico, un uomo dal sapere enciclopedico, una sorta di umanista quattrocentesco redivivo, ha pubblicato un libro, intitolato appunto "Flagellazione", per i tipi di Petruzzi Editore e che ha, come sottotitolo, "Il romanzo, i codici, il mistero". Infatti sono questi i piani ermeneutici che l'autore ha utilizzato per mettere a nudo il significato reale che l'opera intendeva comunicare ai suoi contemporanei e, quindi, anche ai posteri.

Giornalista e scrittore, sceneggiatore e regista, Andrea Aromatico è uomo di cultura e di comunicazione a trecentosessanta gradi. Nella prima pagina del volume, conclude la voce "Ringraziamenti" con queste righe: "Quello che ho visto, l'ho narrato. Quello che non si poteva vedere l'immagineremo insieme"; e nelle note d'introduzione afferma: "Questa è la storia della sua leggenda, dove fra personaggi veri e immaginari si snoderanno racconti a trattazioni che sveleranno finalmente il suo mistero. E quello dell'epoca straordinaria e irripetibile che fu capace di produrla". Sicché prende delicatamente, ma decisamente, per mano il lettore e se lo trascina dietro in un viaggio indimenticabile attraverso il Millequattrocento urbinate. Sì, urbinate, perché eccola la prima, grande scoperta, documentatissima, che l'Aromatico fa: la committenza dell'opera fu urbinate e l'ambientazione del quadro con i suoi tre piani prospettici: a sinistra (secondo piano) il presunto Sinedrio, presieduto da un Ponzio Pilato effigiato come Giovanni Paleologo, dove si svolge l'azione che dà il titolo all'opera, ovverosia la Flagellazione di Cristo legato ad una colonna sovrastata da un erma di Apollo mentre il capo dei torturatori, visto di spalle, è certamente un turco, come si evince dal suo turbante; a destra i tre misteriosi personaggi sull'identità dei quali si sono sbizzarriti centinaia di storici dell'arte, senza cavare un ragno dal buco, immersi in una conversazione il cui tema non ha nulla a che vedere con l'azione retrostante; Infine (terzo piano) delle architetture, poste dietro ai tre misteriosi personaggi, di foggia chiaramente quattrocentesca,
Aromatico, tenace, caparbio, diligente, determinato, con l'aiuto di alcuni tecnici amici, è giunto, senza ombra di dubbio, carte alla mano (come si suol dire), a provare che l'ambientazione descritta e mai identificata altro non è che Urbino del XV secolo, di cui ha individuato i palazzi, le vie e gli spazi ancor oggi esistenti. E poi, e poi.......Ha dato un nome e cognome ai tre personaggi che il pittore ha rappresentato in una strana conversazione, con i due laterali che evidentemente parlano l'uno con l'altro, mentre il terzo, quello centrale, che anche altri autori avevano riconosciuto come Oddantonio di Montefeltro, non partecipa al conversare perché...non può farlo dato che nel gruppo esiste ma solo a livello di idea, di ricordo, di memoria, ma non fisicamente. Infine il personaggio di destra, elegantemente vestito, con la testa rasata, di cui sono state tentate mille e più identificazioni, è un personaggio importante per Urbino, per la cultura italiana di quel tempo, neoplatonica, gnostica, il cui scopo principale era l'accordare ragione e anima, natura e scienza. Di più non posso dire. Perché rovinerei la sorpresa - e che affascinante sorpresa - ai lettori di questo libro che mi auguro numerosi. Leggetelo, per capire e per sentire, per sapere e per immaginare, per ragionare e per sperimentare la fede nel mistero. Il tutto in perfetto equilibrio, come riuscivano a fare i neoplatonici del Rinascimento.


La Flagellazione di Piero della Francesca: uno dei dipinti più affascinanti di tutti i tempi. Un enigma che da sempre storici e critici d’arte di tutto il mondo cercano di spiegare. Un mistero che da oltre 100 anni sfida appassionati e semplici curiosi alla sua interpretazione. 42 le tesi, sino ad ora… Oggi finalmente, per opera del giornalista, studioso e saggista urbinate Andrea Aromatico, il rebus è risolto: e niente sarà come prima. Nelle pagine di questo libro infatti, fra momenti romanzati -in cui la storia stessa dell’opera e della città di Urbino rivivono negli episodi più salienti- e parti saggistiche -dove si dipana l’analisi logica dell’opera- la soluzione dell’enigma si fa piana, perfetta, incontrovertibile. Tutto attraverso una serie di scoperte e rivelazioni una più entusiasmante dell’altra, che rendono questo lavoro una saggio appassionante come un giallo, e un romanzo rigoroso quanto un saggio. Sorta di thriller storico dalla struttura narrativa serrata quanto piacevolissima, capace di traghettare il lettore nelle atmosfere incantate del ’400 italiano, quando si forgiavano i destini di una delle più importanti corti rinascimentali.

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